Con la Dichiarazione di Copenaghen, dal 1992 l’Organizzazione mondiale della sanità elenca la fibromialgia (FM) tra le «Malattie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo». In Italia, il Comitato Fibromialgici Uniti si sta adoperando affinché questa patologia venga inserita nei livelli essenziali di assistenza, anche se l’applicazione del decreto relativo ai LEA, inizialmente rinviata ad aprile 2024, è stata nuovamente posticipata a gennaio 2025.
Ma che cos’è la fibromialgia?
La sindrome fibromialgica è una condizione caratterizzata da dolore cronico diffuso associato a sintomi come rigidità articolare, affaticamento, disturbi del sonno, disfunzione cognitiva e depressione.
Secondo uno studio condotto nel 2010 in 5 paesi europei (Francia, Germania, Italia, Portogallo e Spagna) per stimare la prevalenza della fibromialgia nella popolazione generale, circa 6 milioni di persone soffre di questa patologia. In Italia la fibromialgia colpisce tra i due e i tre milioni di persone, cioè circa il 3-4% dell’intera popolazione e può svilupparsi a qualsiasi età, anche durante l’infanzia1.
I criteri diagnostici per la fibromialgia furono pubblicati originariamente nel 1990 dall’American College of Rheumatology (ACR) e prevedevano almeno tre mesi di dolore diffuso e dolore evocato alla palpazione di almeno 11 su 18 possibili tender point2. Utilizzando questa definizione, quasi tutti i pazienti con fibromialgia risultavano essere donne. Dal 2010, i nuovi criteri ACR considerano la fibromialgia una sindrome polisintomatica e stabiliscono come parametri principali il dolore diffuso e sintomi accessori sia somatici che cognitivi quali i disturbi del sonno, l’affaticamento e la disfunzione cognitiva. Con i nuovi criteri diagnostici, le donne hanno circa il doppio della probabilità di sviluppare la patologia rispetto agli uomini, con un rapporto di 2:1.
Nel 2016, i criteri precedenti sono stati nuovamente rivisti e attualmente la diagnosi di fibromialgia si basa esclusivamente su una valutazione clinica completa e, se sono presenti tutti gli altri sintomi chiave, può essere effettuata indipendentemente da altre potenziali patologie coesistenti2.
Oltre al dolore generalizzato, che è il sintomo predominante, i pazienti con fibromialgia hanno molta probabilità di soffrire di mal di testa, dismenorrea, disturbo dell’articolazione temporo-mandibolare, stanchezza cronica, sindrome del colon irritabile e altri disturbi gastrointestinali funzionali, cistite interstiziale detta anche sindrome della vescica dolorosa, endometriosi e altre sindromi dolorose regionali (in particolare algie della colonna come la cervicalgia).
Oltre ai sintomi somatici appena descritti, molto comuni in questa patologia sono anche alcuni sintomi di tipo cognitivo come i cambiamenti del tono dell’umore e la difficoltà a concentrarsi o ad eseguire semplici elaborazioni mentali. Inoltre, le persone con fibromialgia sembrano avere più probabilità di avere depressione, ansia, disturbo ossessivo-compulsivo e disturbo da stress post traumatico. Infatti, è stata dimostrata un’associazione temporale bidirezionale tra depressione e FM. Questo potrebbe essere dovuto all’influenza dei neurotrasmettitori che mediano la trasmissione del dolore anche sull’umore, la memoria, la stanchezza e il sonno. In aggiunta, il dolore e le limitazioni che comporta nella vita lavorativa e di relazione dei pazienti fibromialgici possono andare ad alimentare tristezza e frustrazione, dando vita a un circolo vizioso3.
Poiché la diagnosi dipende principalmente dai sintomi che il paziente riferisce e ad oggi non sono ancora stati identificati biomarcatori biologici convalidati, inquadrare una patologia di questo tipo è estremamente complesso. Molti sintomi sono aspecifici e possono mimare le presentazioni cliniche di altre malattie e per questo molti pazienti vanno incontro a complicate e prolungate valutazioni prima che venga diagnosticata la malattia. Anche questa lunga ricerca di risposte e la sensazione di non essere capiti può andare a peggiorare il quadro clinico, aumentando la percezione del dolore e i sintomi psicologici.
Quali sono le cause della Fibromialgia?
La patogenesi di questa sindrome non è stata ancora del tutto compresa, ma sono state proposte alcune ipotesi per spiegarne l’origine. Le prove supportano una sensibilizzazione centrale e una disregolazione dei meccanismi di modulazione del dolore: in seguito a stimoli pressori, i pazienti con FM hanno mostrato una risposta esagerata al dolore ed è stata osservata una maggiore attivazione nelle regioni cerebrali deputate all’elaborazione del dolore rispetto ai pazienti dei gruppi di controllo.
Inoltre, numerosi studi hanno riscontrato un’alterazione dei neurotrasmettitori coinvolti nelle principali vie discendenti di controllo del dolore evidenziando un’ipoattività dei sistemi dopaminergico, oppioidergico e serotoninergico da una parte, e un aumento dei livelli di sostanza P e glutammato dall’altra4.
È stato dimostrato, inoltre, che le varianti genetiche e i meccanismi di ereditarietà nei geni correlati al dolore contribuiscono per il 50% allo sviluppo del dolore cronico e quindi anche di questa patologia.
Oltre alla predisposizione genetica, recentemente sono state scoperte alcune condizioni ambientali in grado di influenzare la FM. Tra queste, gli stress psicologici e sociali sembrano rappresentare forti predittori della malattia, mentre il trauma è stato riconosciuto come fattore eziopatogenetico. In particolare, si è visto che gli eventi della prima infanzia (ad esempio la nascita prematura e gli abusi emotivi e fisici), possono influenzare le risposte neurofisiologiche attraverso l’alterazione dell’espressione genica, determinando cambiamenti duraturi nei circuiti nocicettivi5.
Attualmente, la ricerca è orientata a scoprire biomarcatori specifici e misurabili per identificare oggettivamente gli individui suscettibili, confermare la diagnosi della malattia e facilitare il trattamento.
Come curarla?
La sindrome fibromialgica è comunemente gestita attraverso diverse opzioni terapeutiche che comprendono:
- farmaci analgesici per la gestione del dolore e antidepressivi per migliorare l’umore e la qualità del sonno;
- esercizio fisico (moderato ma continuo. Sono indicati esercizi di stretching e l’attività aerobica a basso impatto. Il paziente fibromialgico può essere riluttante a eseguire attività fisica a causa del dolore e della stanchezza, per questo è fondamentale che l’allenamento sia personalizzato e con frequenza e intensità graduale);
- tecniche di rilassamento;
- programmi educativi per aiutare il paziente a comprendere la patologia e imparare a conviverci (terapia cognitivo-comportamentale).
L’uso di una varietà di terapie complementari e alternative sembra essere comune tra i pazienti con fibromialgia poiché i risultati ottenuti solamente attraverso il trattamento farmacologico risultano spesso insoddisfacenti6.
Essendo una patologia multifattoriale, l’approccio terapeutico deve essere multidisciplinare e comprendere anche la terapia fisica, l’educazione del paziente e dove necessario un supporto psicologico e nutrizionale. Fondamentale è sostenere il paziente nel percorso di cura, informandolo accuratamente: più il paziente conosce la sua situazione, più è propenso a convivere con la patologia, migliorando la prognosi. A questo proposito è bene mettere al corrente chi soffre di fibromialgia dell’esistenza di numerosi gruppi di supporto, fisici e on line, che possono essere fonte di sostegno e nozioni utili.
Come può aiutare l’osteopatia?
Diverse revisioni sistematiche hanno valutato i benefici della terapia manuale per il trattamento della fibromialgia. La maggior parte degli studi identificati in queste revisioni ha valutato la manipolazione spinale o il massaggio come intervento, con prove inconcludenti che queste modalità di terapia possano essere efficaci in questa patologia7-8.
Il ruolo dell’intervento osteopatico nel trattamento della FM rimane in gran parte sconosciuto. Esistono però alcuni studi che evidenziano una riduzione del dolore nei pazienti fibromialgici trattati con OMT utilizzando tecniche osteopatiche di diverso tipo tra cui rilascio miofasciale e GOT (trattamento osteopatico generale)9-10-11.
In conclusione
Concludendo, è importante che la fibromialgia venga riconosciuta come patologia invalidante per essere inserita tra le malattie che danno diritto all’esenzione dalla partecipazione al costo per le prestazioni sanitarie necessarie, tra le quali rientrano quelle inerenti alla «terapia del dolore».
Inoltre, l’inserimento della patologia all’interno dei LEA consentirebbe l’individuazione nel territorio nazionale sia di strutture sanitarie pubbliche idonee alla diagnosi e alla riabilitazione, sia di centri di ricerca per lo studio di questa sindrome12.
Autore
Elis Buratti DO
References
1. Jaime C Branco, Bernard Bannwarth, Inmaculada Failde, Jordi Abello Carbonell, Francis Blotman, Michael Spaeth, Fernando Saraiva, Francesca Nacci, Eric Thomas, Jean-Paul Caubère, Katell Le Lay, Charles Taieb, Marco Matucci-Cerinic. Prevalence of fibromyalgia: a survey in five European countries. 2010
2. Daniel J. Clauw, MD. Fibromyalgia. A Clinical Review. 2014
3. Matthew J Bair, Erin E Krebs. Fibromyalgia. 2020
4. Simona D’Agnelli, Lars Arendt-Nielsen, Maria C Gerra, Katia Zatorri, Lorenzo Boggiani, Marco Baciarello, and Elena Bignami. Fibromyalgia: Genetics and epigenetics insights may provide the basis for the development of diagnostic biomarkers. 2019
5. V. Giorgi, S. Sirotti, M.E. Romano, D. Marotto, J.N. Ablin, F. Salaffi, P. Sarzi-Puttini. Fibromyalgia: one year in review 2022.
6. Goldenberg DL, Burckhardt C, Crofford L. Management of fibromyalgia syndrome. 2004
7. Terhorst L, Schneider MJ, Kim KH, Goozdich LM, Stilley CS. Complementary and alternative medicine in the treatment of pain in fibromyalgia: a systematic review of randomized controlled trials. 2011
8. Schneider M, Vernon H, Ko G, Lawson G, Perera J. Chiropractic management of fibromyalgia syndrome: a systematic review of the literature. 2009
9. Fulvio Dal Farra, Angelo Chiesa, Roberta Giulia Risio, Luca Vismara, Andrea Bergna. Fast improvements in functional status after osteopathic manipulative treatment based on myofascial release in patients with moderate or severe fibromyalgia: a retrospective study. 2021
10. Jessica Albers, Anne Jäkel, Kai Wellmann, Ulrike von Hehn, Tobias Schmidt. Effectiveness of 2 Osteopathic Treatment Approaches on Pain, Pressure-Pain Threshold, and Disease Severity in Patients with Fibromyalgia: A Randomized Controlled Trial. 2017
11. Russell G Gamber, Jay H Shores, David P Russo, Cynthia Jimenez, Benard R Rubin. Osteopathic manipulative treatment in conjunction with medication relieves pain associated with fibromyalgia syndrome: results of a randomized clinical pilot project. 2002
12. Mozioni in materia di sindrome fibromialgica: https://documenti.camera.it